Il tesoro della Giordania

Uno di quei luoghi da vedere almeno una volta nella vita.

La Giordania affascina con i suoi paesaggi alieni, con i suoi canyon dai colori sempre diversi, col suo cielo blu intenso, con gli sguardi della gente che incontri e poi conserva una delle sette meraviglie del mondo moderno. Un viaggio da vivere assaporando ogni panorama che questa terra è capace di regalare.

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Il nostro tour della Giordania inizia dal sito archeologico di Jerash, l’antica Gerasa, nel nord del paese. Non l’avevo mai sentita nominare personalmente e sono rimasto molto sorpreso dal trovare dei resti di una città Romana così ben conservata in questa parte del mediterraneo.

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La città conserva ben 2 teatri, questo è quello più grande che risale al 90 AD ed è davvero ben conservato, la sua acustica, tutt’oggi, è davvero impressionante.

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Uno dei decumani della città con, in fondo, la vista della moderna città di Jerash.

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Fauna autoctona che ci accompagnerà in ogni tappa del nostro viaggio.

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Questa lucertola, o non so bene che specie sia, sembra grande ma lo era ancor di più.

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L’intero parco archeologico, complice la stagione, era decorato da migliaia di fiori che lo adornavano rendendo ancora più piacevole passeggiarvi in mezzo.

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Una delle svariate moschee che si incontrano lungo le vie di Amman, la città bianca.

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Una vista panoramica di Amman dall’altro dalla cittadella.

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La sera del 20 Aprile era l’ultimo giorno di Ramadan e, quella sera, dopo il tramonto del sole le strade di Amman sono diventate il teatro di una grandissima festa in cui migliaia di persone hanno cenato insieme affollando i ristoranti del centro città.

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La vista dal monte Nebo da cui si può scorgere la valle del fiume Giordano e da dove si dice Mosè vide la terra promessa, luogo di pellegrinaggio per diverse religioni.

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Pausa caffè?

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Il mar Morto sullo sfondo ma c’è ancora da fare qualche curva in discesa per arrivare.

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Vi assicuro che sono tutti usciti da una sola auto…

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Il mar Morto, il punto più basso presente su tutta la terraferma, circa -430m SLM e con un tasso di salinità così alto che è impossibile non galleggiare nelle sue acque ma rende altrettanto difficile il nuoto. Vi assicuro che una goccia di quest’acqua ha un sapore terribile.

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Il castello crociato Kerak.

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La Giordania che incontri fuori dalle principali città, quella fatta di piccoli agglomerati di case sparse in mezzo a zone semi desertiche.

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Paese che vai, segnali stradali che trovi.

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Ed eccoci arrivati al deserto del Wadi Rum.

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Questo deserto è caratterizzato da un colore molto rosso e da queste formazioni rocciose che sbucano dalla sabbia, è stato il set di vari successi cinematografici in epoche diverse compreso il recente “The Martian”.

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Le tende di un campo dove su può dormire in mezzo a questo deserto, se togliete gli alberi somigliano a certe visioni di fantascienza per insediamenti marziani.

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All’interno di questo deserto si trovano varie scritture rupestri (petroglifi) risalenti a circa 30 mila anni fa.

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Il castello crociato di Shobak.

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Paese che vai, pascolo che trovi.

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Il canyon che conduce a Piccola Petra, o Petra Bianca, sito archeologico che sorge a poca distanza dalla più rinomata e conosciuta Petra.

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I siti archeologici di Piccola Petra e Petra fino a pochi decenni fa erano abitati da famiglie di Beduini, ora la maggior parte vive fuori da questi siti archeologici ma, alcune famiglie, risiedono ancora al loro interno.

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Il canyon di al-Siq è l’ingresso principale e, lasciatemi pur dire, spettacolare, all’antica città nabatea di Petra, si snoda per circa 1600 metri ma percorrerlo è una meraviglia per gli occhi.

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Le colorazioni presenti sulle pareti sono variegate ed ogni curva, ogni nuovo passaggio riserva sorprese sempre nuove.

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Il canale che si vede sulla destra di questo scatto serviva a trasportare l’acqua, un acquedotto scavato nella roccia.

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Ok, forse ho fatto qualche fotto di troppo in questi quasi 2 Km di cammino.

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Poi giri l’ultimo angolo, la gola si apre in fondo ed allora un piccolo brivido ti pervade, quel luogo che hai visto sui libri, nei documentari, nelle foto online è lì, finalmente, davanti a te.

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Il Tesoro di Petra o El Khasneh, il monumento funebre più noto dell’intero sito archeologico e di tutta la Giordania.

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Per poterlo fotografare al meglio ci si trasforma in capre arrampicandosi ovunque sia possibile.

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Queste scavate nella roccia erano le abitazioni dei popoli che hanno vissuto in questi luoghi.

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I colori e le venature delle rocce che si trovano lungo il percorso sfoggiano dei colori unici, impossibile non notarli.

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L’inizio della scalinata, sono oltre 800 scalini, che conducono al Monastero.

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Il Monastero di Petra o Al-Deir, come per il Tesoro e tutte le altre opere presenti nel sito esse non sono state costruite ma scolpite nella roccia intorno al 300 BC.

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Il Tesoro, oltre a dare il benvenuto al sito rappresenta anche l’ultima cosa che si vede prima di andar via, è interessante notare come i colori delle rocce cambino durante l’arco della giornata ed in base all’illuminazione solare, infatti al ritorno i toni sono molto più sul rosa/rosso, quasi un tramonto.

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E con questo ultimo sguardo di spalle saluto un paese che mi ha riempito gli occhi di bellezza, che mi ha fatto conoscere meglio una cultura di cui poco sapevo, che mi ha regalato momenti e ricordi che rimarranno impressi nella mia memoria.

Se potete fatte un giro da queste parti, rimarrete piacevolmente sorpresi da quello che questo luogo, a meno di 4 ore di volo da noi, può regalare.